convengno 17.05.06
contempo, non ci si può permettere di sacrificare, secondo un
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04/mag/2006 05:23:59 FIBA - CISL Contatta l'autore
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Nel nostro Paese forte è la preoccupazione e lâimpegno verso un sistema
occupazionale che possa offrire garanzie, certezze e stabilità , ma, al
contempo, non ci si può permettere di sacrificare, secondo un
inaccettabile ordine di priorità , la qualità e le tutele dei lavoratori
occupati, allentando lâimpegno nella rimozione delle cause di
progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro.
Se il miglioramento quantitativo e qualitativo dellâoccupazione devono
essere obiettivi irrinunciabili di una società moderna e democratica, la
tutela e lo sviluppo della qualità del lavoro non possono essere da
questi disgiunte o ridimensionate. Se il lavoro precario oggi è uno
degli anelli deboli del mercato del lavoro e dello sviluppo competitivo
della nostra economia, la non valorizzazione del capitale umano nel
sistema lavoro, sta sempre più indebolendo non solo il sistema
produttivo e la sua capacità competitiva sui mercati globali, ma
complessivamente la società . In questo contesto quale tipo di
responsabilità si deve chiedere al sistema produttivo, quale sensibilitÃ
sociale si deve sviluppare nelle realtà aziendali che se interagiscono
con il mercato globale, non possono essere sono estranee al livello di
interazione localeâ¦..
A fronte di livello medio annuo di incidenti sul lavoro che, nel nostro
Paese, non stenta a confermarsi su di una media di circa 4 morti al
giorno, lo stress è al secondo posto tra i problemi di salute sul lavoro
ed interessa il 28% dei lavoratori dellâUnione Europea. Secondo
Federfarma (lâassociazione che elabora i dati delle farmacie) la
popolazione italiana è sempre più depressa. Il consumo di ansiolitici e
psicofarmaci negli ultimi anni è aumentato del 2,2% a fronte anche di un
35% del totale delle spese per i farmaci che vanno per lâapparato
cardiovascolare. Il numero dei tumori in Italia di certa origine
lavorativa, è stimato in crescita pari a 8000 casi lâanno.
Lâinfertilità colpisce circa il 20% delle coppie e gli aborti spontanei
nelle giovani donne lavoratrici, sono in rilevante aumento (+ 10%). Il
disagio lavorativo, oggi, è classificato quale rischio emergente in
ambiente di lavoro. Tra le malattie professionali, di recente sono state
inserite le malattie psichiche o psicosomatiche derivanti da disfunzioni
dellâorganizzazione del lavoro, vista la crescita esponenziale dei danni
lavoro-correlati. Ogni giorno, in media, nel nostro Paese, 90 sono i
morti al giorno per sbagli commessi dai sanitari, scambi di farmaci,
dosaggi errati, sviste in sala operatoria (320 mila le persone che
subiscono un danno, con un costo dellâ1% del Pil, pari a dieci miliardi
di euro lâanno).
Lâimpresa quindi oggi, se vuole tornare ad essere competitiva, deve
trovare, valorizzare, la sua dimensione di agorà e, pertanto, la sua
valenza sociale. Lâimpresa deve metabolizzare che essa non è
lâimprenditore, gli azionisti, ma è tutti coloro che la âtransitanoâ.
Lâimpresa, se vuole essere/tornare protagonista in un mondo globalizzato
non può che mettere al primo posto tra gli investimenti, quello sul
capitale umano.
Dove si pone, quindi, il discrimine tra organizzazione interna
allâazienda, organizzazione sociale e responsabilità collettivaâ¦.Chi può
sentirsi fuori, non coinvolto in questo processo complesso e
potenzialmente e collettivamente distruttivoâ¦
Di questo si parlerà al Convegno che si svolgerà al Palazzo dei
Congressi a Firenze, Mercoledì 17 Maggio 2006 dal titolo La
Responsabilità Sociale delle Imprese e lâorganizzazione del lavoro
responsabile. Quali coerenze ?
Organizzato dal Dipartimento Salute e Sicurezza della Cisl
edalla Fiba/Cisl Toscana e Fiba/Cisl Firenze
occupazionale che possa offrire garanzie, certezze e stabilità , ma, al
contempo, non ci si può permettere di sacrificare, secondo un
inaccettabile ordine di priorità , la qualità e le tutele dei lavoratori
occupati, allentando lâimpegno nella rimozione delle cause di
progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro.
Se il miglioramento quantitativo e qualitativo dellâoccupazione devono
essere obiettivi irrinunciabili di una società moderna e democratica, la
tutela e lo sviluppo della qualità del lavoro non possono essere da
questi disgiunte o ridimensionate. Se il lavoro precario oggi è uno
degli anelli deboli del mercato del lavoro e dello sviluppo competitivo
della nostra economia, la non valorizzazione del capitale umano nel
sistema lavoro, sta sempre più indebolendo non solo il sistema
produttivo e la sua capacità competitiva sui mercati globali, ma
complessivamente la società . In questo contesto quale tipo di
responsabilità si deve chiedere al sistema produttivo, quale sensibilitÃ
sociale si deve sviluppare nelle realtà aziendali che se interagiscono
con il mercato globale, non possono essere sono estranee al livello di
interazione localeâ¦..
A fronte di livello medio annuo di incidenti sul lavoro che, nel nostro
Paese, non stenta a confermarsi su di una media di circa 4 morti al
giorno, lo stress è al secondo posto tra i problemi di salute sul lavoro
ed interessa il 28% dei lavoratori dellâUnione Europea. Secondo
Federfarma (lâassociazione che elabora i dati delle farmacie) la
popolazione italiana è sempre più depressa. Il consumo di ansiolitici e
psicofarmaci negli ultimi anni è aumentato del 2,2% a fronte anche di un
35% del totale delle spese per i farmaci che vanno per lâapparato
cardiovascolare. Il numero dei tumori in Italia di certa origine
lavorativa, è stimato in crescita pari a 8000 casi lâanno.
Lâinfertilità colpisce circa il 20% delle coppie e gli aborti spontanei
nelle giovani donne lavoratrici, sono in rilevante aumento (+ 10%). Il
disagio lavorativo, oggi, è classificato quale rischio emergente in
ambiente di lavoro. Tra le malattie professionali, di recente sono state
inserite le malattie psichiche o psicosomatiche derivanti da disfunzioni
dellâorganizzazione del lavoro, vista la crescita esponenziale dei danni
lavoro-correlati. Ogni giorno, in media, nel nostro Paese, 90 sono i
morti al giorno per sbagli commessi dai sanitari, scambi di farmaci,
dosaggi errati, sviste in sala operatoria (320 mila le persone che
subiscono un danno, con un costo dellâ1% del Pil, pari a dieci miliardi
di euro lâanno).
Lâimpresa quindi oggi, se vuole tornare ad essere competitiva, deve
trovare, valorizzare, la sua dimensione di agorà e, pertanto, la sua
valenza sociale. Lâimpresa deve metabolizzare che essa non è
lâimprenditore, gli azionisti, ma è tutti coloro che la âtransitanoâ.
Lâimpresa, se vuole essere/tornare protagonista in un mondo globalizzato
non può che mettere al primo posto tra gli investimenti, quello sul
capitale umano.
Dove si pone, quindi, il discrimine tra organizzazione interna
allâazienda, organizzazione sociale e responsabilità collettivaâ¦.Chi può
sentirsi fuori, non coinvolto in questo processo complesso e
potenzialmente e collettivamente distruttivoâ¦
Di questo si parlerà al Convegno che si svolgerà al Palazzo dei
Congressi a Firenze, Mercoledì 17 Maggio 2006 dal titolo La
Responsabilità Sociale delle Imprese e lâorganizzazione del lavoro
responsabile. Quali coerenze ?
Organizzato dal Dipartimento Salute e Sicurezza della Cisl
edalla Fiba/Cisl Toscana e Fiba/Cisl Firenze
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